#WhatsApp ha deciso di andare dritta per la sua strada con l’integrazione di #MetaAI, e lo sta facendo anche a costo di scontentare una parte dell’utenza. Da qualche tempo, infatti, gli utenti dell’#app di #messaggistica si sono ritrovati un nuovo simbolo nella schermata delle #chat: un cerchietto blu con sfumature rosa e verdi, che rappresenta il logo del nuovo assistente virtuale sviluppato da #Meta. È lì, visibile in alto, anche se nessuno lo ha richiesto. E qui nasce il problema: Meta #AI è “opzionale”, dicono da #WhatsApp, ma nei fatti non si può rimuovere. Non è obbligatorio utilizzarlo, certo, ma la sua presenza rimane costante, come un’icona che non si può nascondere. Molti utenti lo considerano un inserimento forzato, una funzione aggiunta senza reale possibilità di scelta. Eppure l’azienda difende la propria decisione: “Riteniamo sia un bene offrire queste opzioni”, ha spiegato un portavoce, ribadendo che ogni feedback viene preso in considerazione. In pratica, Meta AI è stato pensato come uno strumento in più, a disposizione, sempre lì nel caso servisse. Cliccandoci sopra, si apre una chat con un’intelligenza artificiale basata su Llama 4, il modello linguistico sviluppato da Meta, capace di rispondere a domande, dare consigli, aiutare nelle ricerche o suggerire itinerari di viaggio. È accessibile anche dalla barra di ricerca in alto, rendendolo ancora più integrato nella struttura dell’app. La risposta di WhatsApp a chi si lamenta è la stessa che ha già dato in passato per altre funzionalità diventate parte integrante dell’esperienza, come “Stato” o “Canali”: sono lì per offrire più possibilità, non per costringere nessuno a usarle. L’azienda tiene anche a sottolineare che le conversazioni con Meta AI non interferiscono con le chat private, che restano coperte da crittografia end-to-end, quindi sicure e riservate. Ma al di là delle rassicurazioni tecniche, resta il fatto che molti utenti si aspettavano una maggiore libertà di scelta, magari con la possibilità di nascondere o disattivare completamente la funzione. Invece, Meta AI si presenta come una presenza silenziosa ma costante, una novità destinata a restare. È il segno di una tendenza ormai chiara nel mondo delle app: l’intelligenza artificiale non è più solo uno strumento che si può cercare, ma diventa parte dell’ambiente, parte dell’interfaccia, qualcosa che esiste a prescindere. E a chi non piace, per ora, non resta che ignorarlo.

Allarme phishing: segnalata una nuova truffa ai danni degli utenti PagoPA
Negli ultimi tempi si sta assistendo a una nuova ondata di truffe informatiche che sfruttano il nome di #PagoPA per ingannare gli utenti, inducendoli a #pagare multe o sanzioni che in realtà non esistono. Il meccanismo è sempre lo stesso, ma con modalità sempre più sofisticate: arriva una #email o un #SMS che simula in modo credibile una comunicazione ufficiale, spesso con tanto di logo, linguaggio formale e riferimenti normativi, e che invita a saldare un #pagamento urgente. Si tratta di #phishing, una delle truffe digitali più diffuse e pericolose, perché gioca sulla fretta, sulla distrazione e sulla paura. In