L’adozione dell’IA in Europa: leadership nordica, freni nell’Est e Italia a metà strada

L’intelligenza artificiale corre in Europa, ma non ovunque allo stesso passo. I dati Eurostat diffusi a inizio 2025 mostrano una crescita rapida nell’adozione delle #tecnologie di #IA da parte delle #imprese: nel 2024 il 13,5% delle aziende europee con almeno dieci dipendenti ha dichiarato di averle integrate nei propri processi, contro l’8% dell’anno precedente. Un balzo di oltre cinque punti percentuali in appena dodici mesi, che fotografa l’accelerazione in atto. Ma dietro alla media si nasconde una realtà molto più sfaccettata, con forti differenze regionali e settoriali. I paesi del Nord Europa guidano la classifica. In Danimarca più di un’impresa

Allarme fake news l’intelligenza artificiale ne ha raddoppiato la diffusione

Negli ultimi dodici mesi la diffusione di #notizie #false tramite strumenti di intelligenza artificiale è quasi raddoppiata, passando da una percentuale del 18% al 35%. A lanciare l’allarme è #NewsGuard, l’osservatorio internazionale specializzato nell’analisi della qualità dell’informazione #online, che parla di un incremento non episodico, ma “strutturale”. L’indagine mette in evidenza differenze significative tra i vari sistemi di intelligenza artificiale generativa. Tra i #chatbot più inclini a fornire risposte errate o fuorvianti su temi di attualità figurano Pi di Inflection, che ha riportato tassi di errore superiori al 56%, e Perplexity con quasi il 47%. Non sono immuni nemmeno piattaforme

AI Overviews di Google, l’informazione perde traffico, Google guadagna controllo

C’è un paradosso che sta scuotendo il mondo dell’informazione online: più contenuti vengono creati, meno vengono letti. Al centro di questa rivoluzione silenziosa c’è #Google, o meglio, la sua nuova funzione “ #AIOverviews ”, lanciata con l’intento di semplificare la vita agli utenti ma che, in realtà, sta complicando e non poco quella dei produttori di contenuti. Secondo un recente studio condotto dal Pew Research Center, il sospetto che da tempo serpeggiava tra gli addetti ai lavori ha finalmente trovato conferma: l’intelligenza artificiale di Google sta causando un crollo verticale del #traffico verso i #siti d’informazione. Il motivo è semplice

IA e diritto penale: cosa punisce davvero il nuovo disegno di legge italiano

Nel giugno 2025, la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge sull’intelligenza artificiale che ha acceso il dibattito, soprattutto per un passaggio: l’introduzione di #sanzioni penali legate all’uso dell’IA. Alcune testate hanno parlato di pene per chi “utilizza sistemi di intelligenza artificiale”, alimentando il timore di una stretta generalizzata. Ma è davvero così? La risposta, se si guarda con attenzione al testo normativo, è più articolata. Il provvedimento, infatti, non criminalizza l’#intelligenzaartificiale in sé, né tantomeno l’uso comune o professionale di strumenti basati su IA. Piuttosto, si concentra su condotte specifiche e già sensibili sotto il profilo giuridico,

Google: l’Intelligenza Artificiale sarà in grado di prevedere ciò che cercherete

Google sta cambiando il modo in cui le persone interagiscono con la #ricerca online, e lo fa puntando tutto sull’#intelligenzaartificiale e sulla personalizzazione. L’obiettivo è rendere l’esperienza sempre più naturale, utile e su misura per ciascun utente. Il cambiamento più significativo in corso riguarda i nuovi suggerimenti di ricerca, chiamati “ #prompt ”, che non sono più generici e uguali per tutti, ma vengono generati a partire dalla #cronologia personale dell’utente. In pratica, l’intelligenza artificiale di #Google #impara da ciò che si è cercato in passato per proporre #domande pertinenti, stimolanti e direttamente collegate agli interessi recenti. Se fino a

Meta potrà addestrare l’AI con i nostri post di Facebook e Instagram

Dal 27 maggio 2025, #Meta – la società che controlla #Facebook e #Instagram – ha iniziato ufficialmente a utilizzare i #contenuti pubblici condivisi dagli utenti europei per addestrare la propria #intelligenzaartificiale. A permetterlo è stata una recente sentenza della Corte d’Appello di Colonia, che ha respinto il ricorso presentato da un’associazione tedesca per la tutela dei consumatori. La decisione ha confermato la legittimità dell’uso di post, commenti e interazioni visibili pubblicamente, pubblicati da utenti adulti. Secondo i giudici, questo utilizzo non richiede un consenso esplicito, poiché risponde a un interesse legittimo da parte dell’azienda e non esistono – a detta

Veo 3, il nuovo modello di intelligenza artificiale presentato da Google

Negli ultimi giorni, i #social sono stati invasi da video a prima vista del tutto realistici: scene di vita quotidiana, interviste, sketch comici e persino spezzoni che sembrano usciti da telegiornali o film. Ma dietro questi contenuti non c’è una telecamera, bensì #Veo3, il nuovo modello di #intelligenzaartificiale presentato da #Google. Ed è proprio questo realismo a creare un misto di meraviglia e inquietudine. La cosa più disturbante? In molti di questi video, i protagonisti – figure umane generate dall’#AI – negano di essere artificiali. Guardandoli, si ha l’impressione di assistere a qualcosa di profondamente sbagliato, quasi sinistro. È il

WhatsApp difende l’integrazione di Meta AI nonostante le critiche: nessuna opzione per la disattivazione

#WhatsApp ha deciso di andare dritta per la sua strada con l’integrazione di #MetaAI, e lo sta facendo anche a costo di scontentare una parte dell’utenza. Da qualche tempo, infatti, gli utenti dell’#app di #messaggistica si sono ritrovati un nuovo simbolo nella schermata delle #chat: un cerchietto blu con sfumature rosa e verdi, che rappresenta il logo del nuovo assistente virtuale sviluppato da #Meta. È lì, visibile in alto, anche se nessuno lo ha richiesto. E qui nasce il problema: Meta #AI è “opzionale”, dicono da #WhatsApp, ma nei fatti non si può rimuovere. Non è obbligatorio utilizzarlo, certo, ma

Per Bill Gates ci sono grandi cambiamenti in arrivo, l’IA minaccia diverse professioni nel prossimo futuro

#Bill Gates non è mai stato uno che ha paura del futuro, ma quando parla di intelligenza artificiale, il tono si fa più serio. Per lui, non è questione di “se”, ma di “quando” l’#AI inizierà davvero a cambiare il nostro modo di lavorare. E non si tratta solo di mansioni ripetitive o impieghi meccanici: nel suo scenario, perfino figure come medici e insegnanti potrebbero essere rimpiazzate dalle macchine, e questo già entro una decina d’anni. Può sembrare inquietante, ma nella sua visione non è tutto nero. Gates immagina un mondo dove anche i Paesi meno sviluppati possano finalmente avere

AI nell’e-commerceper migliorare il rapporto con i clienti

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo dell’e-commerce, offrendo strumenti innovativi che ottimizzano le operazioni, personalizzano l’esperienza del cliente e, in ultima analisi, contribuiscono ad aumentare le conversioni. Per i responsabili degli #e-commerce e i #marketing manager, adattarsi a questa nuova realtà è essenziale, ma può risultare complesso data la rapidità con cui emergono nuove #tecnologie. La chiave è adottare queste soluzioni in modo graduale, sperimentando in aree strategiche, misurando i risultati e migliorando continuamente. Uno degli aspetti più critici per il successo di un e-commerce è la qualità dei #contenuti. Questi non solo influiscono sul posizionamento #SEO del sito, ma