Piano triennale AgID 2020-2022, ecco i punti salienti

Il Piano Triennale per l’informatizzazione nella PA previsto da AgID (Agenzia Italia Digitale) è stato da poco rilasciato e fungerà per gli anni a venire da vero e proprio punto di riferimento per le Amministrazioni. Il documento, composto da nove capitoli, un’appendice ed un sommario esecutivo, si è dimostrato un ambizioso piano di crescita, una sorta di evoluzione necessaria visti i moderni strumenti a disposizione.

Tra vecchio e nuovo

Il nuovo Piano AgID ripercorre, in maniera abbastanza evidente, la strada tracciata dal precedente Piano Triennale. Focalizzandosi sui seguenti aspetti:

– Trasformazione digitale della PA: Si tratta dell’obbiettivo finale dell’intero iter, al fine di creare delle Smart PA e dotarle dei più moderni strumenti e tecnologie digitali, il tutto al fine di offrire un servizio più efficiente riducendo i costi;

– Innovazione al servizio dei cittadini: Continuando la trasformazione digitale della PA, l’AgID ha voluto porre l’attenzione sui servizi al cittadino ed il relativo accesso, infatti, ultimamente si sta promuovendo in maniera significativa l’accesso tramite SPID, sistema che garantirebbe l’accesso a tutti i portali istituzionali attraverso una semplice password;

– Interoperabilità: Se effettuata correttamente, l’opera di digitalizzazione permetterà alle diverse PA di comunicare tra loro attraverso mezzi più evoluti delle mail o delle PEC, accelerando quindi i tempi richiesti dalle varie pratiche.

La svolta invece riguarda il fatto che i veri protagonisti di questo cambiamento saranno le singole Pubbliche Amministrazioni, le quali attraverso la ricezione del documento in questione metteranno in opera una serie di best-practices utili al raggiungimento dell’obiettivo.

I Principi Fondamentali

L’azione prevista dal Piano Triennale richiede di seguire in maniera pedissequa i seguenti principi:

– Digital e mobile: I servizi erogati dalle PA dovranno essere erogati anche tramite strumenti digitali o dispositivi mobile, vista l’abbondante diffusione di questi sistemi;

– Digital Identity: L’utilizzo del Sistema Pubblico d’Identità Digitale è fondamentale per fornire l’accesso ai servizi alla cittadinanza;

– Cloud First: È necessario ricorrere quanto prima al cloud computing, evitando di fatto il rischio di lock-in

– Trasparenza: I dati sono importanti, per questo motivo la PA deve mettere a disposizione il patrimonio informativo pubblico in maniera del tutto trasparente;

– Esperienza utente fruibile: I sistemi a disposizione dovranno essere user-friendly ed accessibile anche da soggetti “non alfabetizzati” dal punto di vista digitale;

– Open Code: I software utilizzati dalla PA dovrebbero essere preferibilmente open source, a tal punto di mettere a disposizione l’intero codice sorgente al servizio di sviluppatori interni.

Tra questi punti salienti, spiccano per importanza la richiesta di rendere fruibili da tutti i dispositivi i servizi predisposti dalle PA, la necessità di trasparenza ed il ricorso ad una User Interface digeribile anche da soggetti poco avvezzi al mondo digitale.

Conclusioni

A dirla tutta, il nostro paese è decisamente indietro nel processo, ma l’impronta operativa fornita da questo Piano Triennale lasciano ben sperare. Infatti, una volta avviate in maniera adeguata questa serie di attività, potremmo rivoluzionare le nostre città trasformandole in Smart City in modo da semplificare la vita dei cittadini e canalizzare in modo migliore gli investimenti che gli Enti dovranno effettuare.

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